Il Tibet festeggia sotto assedio

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In esclusiva su Zone di Crisi le immagini dei festeggiamenti del nuovo anno in Tibet che si sono svolti sotto stretta sorveglianza militare cinese. Centinaia di agenti e soldati in assetto anti sommossa sono stati mobilitati attorno ai principali monasteri dell’altopiano dove si sono svolte le tradizionali feste in occasione del Monlam, l’inizio del nuovo anno, nel timore delle autorità di Pechino di nuove proteste anticinesi. Continua a leggere

“Il bambino soldato morto tra le mie braccia”

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Le fotografie di Alessandra Napoleone a Bangui


“Ogni giorno ci portano bambini colpiti da proiettili o feriti a colpi di machete”. E’ un racconto drammatico quello di Alessandra Napoleone, medico anestesista e rianimatore dell’ospedale Brotzu di Cagliari che per Emergency è appena andata in missione nella Repubblica Centroafricana, paese piombato in una guerra civile che rischia di trasformarsi in genocidio nel silenzio generale. Alessandra, madre di due figli, non è alla sua prima esperienza in zone di crisi, ma è rimasta profondamente colpita da quanto accade a Bangui, capitale del paese. In particolare non riesce a non pensare alla morte di un bambino soldato tra le sue braccia. Continua a leggere

Afghanistan: l’Italia lascia Shindand


Con una breve cerimonia l’Italia ha lasciato la base operativa di Shindand, a metà strada tra Herat e Farah, l’ultima delle basi avanzate della missione Isaf. Ora la struttura, come già per le altre basi della zona, passa sotto controllo dell’esercito afghano che dovrà essere in grado di reggere l’offensiva talebana da solo. Continua a leggere

Viaggio in Somaliland, il paese “fantasma”

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le fotografie di Angelo Calianno in Somaliland


Il Somaliland è uno stato “fantasma”, nel senso che non esiste ufficialmente ma c’è nella realtà. Da alcuni è consierato il covo dei pirati che infestano il Corno d’Africa, attaccano le navi e sequestrano gli equipaggi. Per altri è il rifugio di pericolosi gruppi di terroristi islamici. Certamente è un paese poco conosciuto, che vive nella povertà e la cui economia è basata sulla produzione di una particolare droga, il chat. In Somalinad è da poco stato un reporter italiano che ci racconta il suo viaggio.
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Haiti: a 4 anni dall’apocalisse

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le foto che ho scattato ad Haiti nel gennaio 2010


Sono trascorsi 4 anni da quel 12 gennaio del 2010 quando un sisma devastante rase al suolo Port Au Prince, la capitakle di Haiti, uccidendo oltre 200 mila abitanti e causando milioni di senza tetto. Andai lì in quei giorni, in una delle trasferte più terribili che io ricordi: cadaveri per le strade, quasi tutti gli edifici crollati, gente affamata, caos.
Fiammetta Cappellini, capo progetto dell’Avsi, è rimasta ad Haiti ad aiutare le popolazioni. Con lei facciamo il punto 4 anni dopo. Continua a leggere

“La mia fuga tra gli spari dal sud Sudan”

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Il momento dell'evacuazione su un C130 militare


“Le sparatorie sembravano non finire mai. Poi c’erano esplosioni fortissime come quando un carro armato ha distrutto la casa del vice presidente”: ha vissuto momenti difficili Anna Sambo che si trovava a Juba, capitale del Sud Sudan, nel momento in cui è esplosa una nuova guerra tra diverse fazioni armate. Lei, come altri operatori umanitari italiani, sono stati evacuati in tutta fretta con un ponte aereo militare organizzato dall’Unità di crisi della Farnesina. Continua a leggere

Siria: “La finta strage del pane”

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“Ho visto una delle stragi del pane ad Halfaya, a sud di Aleppo. In realtà mi è sembrato tutto preparato, una messa in scena. I ribelli mettevano i pezzi di pane nelle pozze di sangue per fare le riprese televisive e dare la colpa al regime. Secondo me non c’era neppure stato un bombardamento aereo, ma una bomba piazzata all’interno della panetteria”. Ha pochi dubbi Danilo Calogiuri, fotografo leccese di 31 anni, che in Siria ha trascorso due mesi: quella che ha visto era una delle tante operazioni di disinformazione in atto nel paese in guerra. Ex militare dei “Combat Camera Team” dell’esercito italiano ora Danilo lavora per Whiroo photo. Le sue immagini sono state pubblicate da molti giornali, a cominciare dal New York Times. Continua a leggere

Dopo Tahrir, il futuro prossimo dell’Egitto

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Tahrir, la piazza delle rivoluzioni

“Gruppi di pressione cercano di convincere il generale Al Sisi, l’uomo forte dei militari che hanno deposto il presidente Morsi a candidarsi come prossimo presidente”. Luciana Borsatti, giornalista dell’Ansa e autrice di “Oltre Tahrir” (Editori Riuniti), libro in cui si raccolgono le voci degli egiziani di fronte alla difficile transizione del loro paese, vede ancora alto il consenso popolare per le forze armate e il loro leader che potrebbe diventare il nuovo Rais dell’Egitto nella prossima primavera, quando gli egiziani saranno chiamati alle urne per le presidenziali. “Ancora non si è deciso se si voterà prima per il Parlamento o per il presidente, una questione non di poco conto” spiega Luciana “e intanto a gennaio si voterà il referendum sulla nuova costituzione preparata dalla commissione di cinquanta esperti”. Continua a leggere

I robot che uccidono dal cielo

Voi non vi accorgete di nulla, ma lì in alto nel cielo gli occhi di un robot seguono ogni vostra mossa. Ci sono persone che in ogni istante sanno di poter essere uccise. Basta che qualcuno che si trova dall’altra parte del pianeta dia l’ordine: “eliminare”. In pochi istanti dal cielo piombano razzi che distruggono ogni cosa attorno al bersaglio. Ormai accade tutti i giorni: i droni americani dal 2004 sorvegliano gran parte del mondo e in Afghanistan, Pakistan, Yemen e Somalia eliminano i loro obiettivi. In molti adesso si chiedono se tutto questo sia lecito. Continua a leggere

Il mistero del colera ad Haiti

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Haiti: era il 12 gennaio 2013


Il 12 gennaio del 2010 una violentissima scossa di terremoto radeva al suolo Port Au Prince, la capitale dell’isola caraibica di Haiti. Fu una vera e propria catastrofe: i morti furono oltre duecentomila. Il mondo decise di mandare aiuti. Nelle settimane seguenti arrivarono soccorritori da ogni parte con ospedali da campo, cibo, acqua, tutto il necessario per una popolazione stremata. Alcuni mesi dopo ad aggravare la situazione scoppiò un epidemia di colera con 650 mila persone colpite e 8 mila morti. Il fatto misterioso è che la malattia era praticamente sconosciuta ad Haiti. Di qui i sospetti, le accuse e un vero e proprio giallo internazionale. Continua a leggere