Non fate del male alla mia famiglia: il disperato appello di un padre ai terroristi di Hamas

 

Sono partito per Israele poche ore dopo il terribile attacco terroristico del 7 ottobre. Ho cercato di raccontare come vivono le città sotto i razzi, la popolazione di Gaza sotto i bombardamenti, le comunità della Cisgiordania sotto occupazione e le cittadine israeliane al confine del Libano sotto tiro dei missili di Hezbollah.

E ho raccolto la voce di quelle famiglie che hanno i loro cari in ostaggio dei terroristi di Hamas. Questa è quella di YONI ASHER.

Intervista a Yoni Asher

 

 

 

La Turchia, Erdogan, il terrorismo e il rischio dittatura

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Diversi attentati negli ultimi mesi, poi la strage di Capodanno ad Istanbul. La Turchia è sotto attacco. Ne parliamo con Marta Ottaviani, per anni corrispondente da Istanbul e autrice del libro “Il Reis. Come Erdoğan ha cambiato la Turchia” (Textus Edizioni) che ripercorrendo la storia del Paese fino ai giorni nostri si incentra sulla controversa figura del presidente Recep Erdogan. Continua a leggere

“In Libia l’Italia sta sbagliando”. Intervista ad Ali Qatrani, vice premier libico

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“I rappresentanti delle Nazioni Unite e l’Italia stanno commettendo un grave errore in Libia. Hanno cercato di raggiungere un accordo politico unitario senza tenere conto della parte orientale, la Cirenaica, mentre consentono agli islamisti di tornare al governo. Questo non lo accetteremo mai”. Ali Qatrani è il vice premier del Governo di unita’ nazionale libico sostenuto dall’Onu e dalla comunità internazionale guidato da Al Serraj, ma in realtà non ha messo da mesi piede a Tripoli. E’ il rappresentante della Cirenaica nel complesso mosaico su cui si regge l’esecutivo, ma è considerato un falco e l’uomo più vicino al generale (ora maresciallo) Haftar, il militare che a capo dell’ esercito nazionale libico con l’appoggio del Parlamento di Tobruk, vuole riunificare il paese e scacciare gli islamisti. Lo intervistiamo, tra eccezionali misure di sicurezza, a Roma dove ha incontrato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Continua a leggere

I misteri delle stragi di Sousse e del Bardo

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Gli attentati di marzo al Museo Bardo (22 morti) di Tunisi e quello di giugno sulla spiaggia dell’hotel Riu Maharba di Sousse (38 vittime) sono collegati tra loro. Ne sono ormai certi gli investigatori britannici che assieme alla polizia tunisina stanno svolgendo le indagini. Non viene però rivelato il nesso tra le due stragi. Fin’ora oltre 150 persone sono state arrestate ma di queste solo una quindicina sembrano direttamente coinvolte nei due attentati.
Dopo aver visionato 370 fotografie e video ripresi durante l’assalto di Sousse e ascoltato 450 testimoni, la polizia britannica è arrivata ad alcune certezze su quanto accaduto, gli stessi elementi che diversi testimoni ci avevano riferito a Sousse subito dopo l’attentato. Continua a leggere

Foto diario dalla Francia sotto attacco

Fiori, candele e messaggi a pochi passi dalla sede di Charlie Hebdo

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Le fotografie che ho scattato a Parigi durante i giorni degli attacchi terroristici. Dallo sconcerto iniziale alla grande manifestazione contro il terrore. Una settimana che la Francia e l’Europa non dimenticheranno per lungo tempo. Ecco giorno per giorno gli appunti del cronista sul campo Continua a leggere

Il rischio “lupi solitari”


L’uomo che ha sequestato 17 persone nella caffetteria di Sidney si chiamava Man Haron Monis. Era di origini iraniane e dal 1996 residente in Asutralia. Un personaggio controverso, che si faceva chiamare “sceicco” e faceva campagne contro l’invio dei soldati in Afghanistan. La giustizia lo conosceva: denunce per violenze sessuali e sospettato per la morte della ex moglie. Eppure era libero e l’antiterrorismo non pensava potesse colpire come ha fatto. Da solo. Continua a leggere

Califfollywood: il promo dell’ISIS

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Qui il video integrale dell’Isis

Ancora una volta il cosidetto Stato Islamico o Califfato dell’Iraq e della Siria lancia in rete un video. L’ultimo si intitola “Flames of War”, “fiamme di guerra”, sottotitolo: la lotta è appena cominciata, ed è un vero e proprio trailer realizzato con immagini, grafica e montaggio di altissimo livello.
Il filmato, una sequenza di esplosioni, soldati americani feriti, fiamme e uomini mascherati, dura appena 50 secondi e si conclude, come tutti i promo che siamo abituati a vedere al cinema, con la scritta “Cooming soon”, “Prossimamente”. Continua a leggere

Viaggio in Somaliland, il paese “fantasma”

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le fotografie di Angelo Calianno in Somaliland


Il Somaliland è uno stato “fantasma”, nel senso che non esiste ufficialmente ma c’è nella realtà. Da alcuni è consierato il covo dei pirati che infestano il Corno d’Africa, attaccano le navi e sequestrano gli equipaggi. Per altri è il rifugio di pericolosi gruppi di terroristi islamici. Certamente è un paese poco conosciuto, che vive nella povertà e la cui economia è basata sulla produzione di una particolare droga, il chat. In Somalinad è da poco stato un reporter italiano che ci racconta il suo viaggio.
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I robot che uccidono dal cielo

Voi non vi accorgete di nulla, ma lì in alto nel cielo gli occhi di un robot seguono ogni vostra mossa. Ci sono persone che in ogni istante sanno di poter essere uccise. Basta che qualcuno che si trova dall’altra parte del pianeta dia l’ordine: “eliminare”. In pochi istanti dal cielo piombano razzi che distruggono ogni cosa attorno al bersaglio. Ormai accade tutti i giorni: i droni americani dal 2004 sorvegliano gran parte del mondo e in Afghanistan, Pakistan, Yemen e Somalia eliminano i loro obiettivi. In molti adesso si chiedono se tutto questo sia lecito. Continua a leggere

Il “lupo solitario” preso a Parigi

il volto del sospetto diffuso dalla polizia


Alla fine lo hanno trovato, in un auto mentre cercava di uccidersi, a nord di Parigi. Si chiama Abdelhakim Dekhar, ha 50 anni, ed è stato condannato a 4 anni di carcere nel 1998aveva fornito il fucile a due giovani rapinatori che nel 1994 uccisero 4 persone per le strade della Capitale. Ma non è stato facile trovarlo nonostante la polizia avesse la sua foto, il suo Dna, i filmati che lo ritraevano mentre entrava nella sede della tv BFM, minacciava gli impiegati con il fucile. E poi di quando entrava nella sede di Liberation e sparava ad un fotografo, Cesar 23 anni, quindi al quartiere degli affari della Defence, sparava davanti ad una banca, sequestrava un automobilista e poi svaniva nel nulla.
Una caccia all’uomo durata tre giorni. Continua a leggere