Afghanistan: l’Italia lascia Shindand


Con una breve cerimonia l’Italia ha lasciato la base operativa di Shindand, a metà strada tra Herat e Farah, l’ultima delle basi avanzate della missione Isaf. Ora la struttura, come già per le altre basi della zona, passa sotto controllo dell’esercito afghano che dovrà essere in grado di reggere l’offensiva talebana da solo. Continua a leggere

Viaggio in Somaliland, il paese “fantasma”

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le fotografie di Angelo Calianno in Somaliland


Il Somaliland è uno stato “fantasma”, nel senso che non esiste ufficialmente ma c’è nella realtà. Da alcuni è consierato il covo dei pirati che infestano il Corno d’Africa, attaccano le navi e sequestrano gli equipaggi. Per altri è il rifugio di pericolosi gruppi di terroristi islamici. Certamente è un paese poco conosciuto, che vive nella povertà e la cui economia è basata sulla produzione di una particolare droga, il chat. In Somalinad è da poco stato un reporter italiano che ci racconta il suo viaggio.
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“La mia fuga tra gli spari dal sud Sudan”

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Il momento dell'evacuazione su un C130 militare


“Le sparatorie sembravano non finire mai. Poi c’erano esplosioni fortissime come quando un carro armato ha distrutto la casa del vice presidente”: ha vissuto momenti difficili Anna Sambo che si trovava a Juba, capitale del Sud Sudan, nel momento in cui è esplosa una nuova guerra tra diverse fazioni armate. Lei, come altri operatori umanitari italiani, sono stati evacuati in tutta fretta con un ponte aereo militare organizzato dall’Unità di crisi della Farnesina. Continua a leggere

Siria: “La finta strage del pane”

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“Ho visto una delle stragi del pane ad Halfaya, a sud di Aleppo. In realtà mi è sembrato tutto preparato, una messa in scena. I ribelli mettevano i pezzi di pane nelle pozze di sangue per fare le riprese televisive e dare la colpa al regime. Secondo me non c’era neppure stato un bombardamento aereo, ma una bomba piazzata all’interno della panetteria”. Ha pochi dubbi Danilo Calogiuri, fotografo leccese di 31 anni, che in Siria ha trascorso due mesi: quella che ha visto era una delle tante operazioni di disinformazione in atto nel paese in guerra. Ex militare dei “Combat Camera Team” dell’esercito italiano ora Danilo lavora per Whiroo photo. Le sue immagini sono state pubblicate da molti giornali, a cominciare dal New York Times. Continua a leggere

Dopo Tahrir, il futuro prossimo dell’Egitto

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Tahrir, la piazza delle rivoluzioni

“Gruppi di pressione cercano di convincere il generale Al Sisi, l’uomo forte dei militari che hanno deposto il presidente Morsi a candidarsi come prossimo presidente”. Luciana Borsatti, giornalista dell’Ansa e autrice di “Oltre Tahrir” (Editori Riuniti), libro in cui si raccolgono le voci degli egiziani di fronte alla difficile transizione del loro paese, vede ancora alto il consenso popolare per le forze armate e il loro leader che potrebbe diventare il nuovo Rais dell’Egitto nella prossima primavera, quando gli egiziani saranno chiamati alle urne per le presidenziali. “Ancora non si è deciso se si voterà prima per il Parlamento o per il presidente, una questione non di poco conto” spiega Luciana “e intanto a gennaio si voterà il referendum sulla nuova costituzione preparata dalla commissione di cinquanta esperti”. Continua a leggere

I robot che uccidono dal cielo

Voi non vi accorgete di nulla, ma lì in alto nel cielo gli occhi di un robot seguono ogni vostra mossa. Ci sono persone che in ogni istante sanno di poter essere uccise. Basta che qualcuno che si trova dall’altra parte del pianeta dia l’ordine: “eliminare”. In pochi istanti dal cielo piombano razzi che distruggono ogni cosa attorno al bersaglio. Ormai accade tutti i giorni: i droni americani dal 2004 sorvegliano gran parte del mondo e in Afghanistan, Pakistan, Yemen e Somalia eliminano i loro obiettivi. In molti adesso si chiedono se tutto questo sia lecito. Continua a leggere

Le paure dei soldati

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Quando torno da una zona di guerra faccio molta fatica a raccontare a chi non c’è stato quello che si prova in quei posti. Le emozioni, la paura, la tensione, l’adrenalina, il pensiero che in ogni istante possa esplodere un ordigno sulla tua strada, che un cecchino ti sparì mentre cammini in un centro abitato, di venir rapito mentre dormi in un albergo sgangherato: sono tutte cose che ti restano dentro. Faccio fatica io a raccontare questi aspetti interiori, figuriamoci un soldato, che sta in prima linea e quasi sempre si trincea nella corazza della professionalità. Continua a leggere

Il dramma dei 30 giornalisti spariti in Siria


Sono più di trenta attualmente i giornalisti “scomparsi” o “dispersi” in Siria e di questi una decina sono stranieri. Il conflitto siriano che è già stato tra i più sanguinosi della storia per i reporter e i fotografi con 45 morti (fonte Comitato internazionale per la protezione dei giornalisti), basti ricordare i nomi di Gilles Jacquier, Remi Ochlik, Mohamed al-Mesalma, Mika Yamamoto e Marie Colvin, vede anche un record senza precedenti di sequestri. I gruppi armati ormai fuori controllo spesso tengono prigionieri gli inviati internazionali per lunghi mesi prima di dare un segno che siano ancora in vita per trattare da un posizione di vantaggio psicologico. Continua a leggere