E’ iniziata l’era dei robot killer?

 

Iran, il luogo dell’attacco

A fine novembre 2020 in Iran Mohsen Fakhrizadeh, uno dei più importanti scienziati nucleari iraniani è stato colpito da una scarica letale di proiettili mentre si spostava in auto. Anche se nessuno lo confermerà mai, l’uomo sarebbe stato ucciso in un’operazione di intelligence israeliana, in cui sarebbe stata utilizzata un’arma mai vista prima: una mitragliatrice attivata da remoto a più di 1.600 chilometri di distanza, e comandata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale per regolare la precisione degli spari tenendo conto di ritardo delle immagini, delle vibrazioni prodotte dal contraccolpo e della velocità dell’auto dello scienziato. Subito dopo l’attacco l’arma, nascosta in un furgoncino parcheggiato, si sarebbe autodistrutta con un’esplosione.

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Sirte, la sfortunata città sempre in guerra

Il centro di Sirte

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Photo by Alfredo Macchi

La guerra torna a bussare alle porte di Sirte, la città libica a metà strada tra Tripoli e Bengasi, più volte contesa e ormai ridotta in macerie. Quando nell’ottobre 2011 sono entrato nel centro abitato al termine di settimane di assedio e poche ore dopo l’uccisione del Colonnello Gheddafi, che qui era nato e qui si era nascosto fino all’ultimo giorno, nelle strade c’erano decine di cadaveri e i palazzi erano in gran parte distrutti. Ho immaginato che sarebbe presto rinata, forse diventata un ridente centro turistico, e invece pochi mesi dopo è arrivato il Califfato Islamico e il suo triste destino prosegue ancora oggi.

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“Vi porto in viaggio dove nessuno vi porterebbe”

L’Afghanistan, una delle mete proposte da Soviet Tours

Corea del Nord, Libia, Iraq, Siria: sono alcune delle località ad alto rischio dove nessuna agenzia di viaggio vi proporrebbe di andare in vacanza. Eppure sono alcune delle mete offerte dall’agenzia Soviet Tours per clienti pronti ad affrontare rischi ed avventura pur di vedere luoghi lontani dal turismo di massa.
Specializzata soprattutto nell’ex Unione Sovietica (c’è un viaggio “estremo” nella zona contaminata dalle radiazioni di Chernobyl, un tour negli ex gulag in Siberia), il catalogo proposto dall’agenzia offre anche mete remote, teatro di conflitti più o meno assopiti, come il Donbass in Ucraina, la Cecenia, l’Ossezia, la Libia e la Siria. La sede è a Belino ma il fondatore è un trentenne fotoreporter livornese, Gianluca Pardelli, che dopo aver fotografato i conflitti di mezzo mondo ha deciso di portarci i turisti. Continua a leggere



Libia: il documento che minaccia la missione italiana

Mentre l’Italia si prepara all’invio di una missione navale per assistere la guardia costiera libica nella lotta all’immigrazione clandestina, come richiesto dal Premier di tripoli Al Serraj, il parlamento di Tobruk che sostiene invece il suo antagonista, il generale Haftar leader nella Cirenaica, approva un duro documento in cui chiede alle forze armate libiche di proteggere la sovranità nazionale da ogni violazione e considera la missione italiana un pretesto per un intervento in Libia. Continua a leggere



“Qualcuno cerca di impedire la stabilizzazione della Libia”. Intervista al nostro ambasciatore a Tripoli

Tentato golpe, accuse all’Italia di occupazione militare, notizie e smentite dalla Libia nel caos. Abbiamo intervistato l’ambasciatore italiano Giuseppe Perrone rientrato a Tripoli da pochi giorni

Ambasciatore qual è oggi la situazione a Tripoli?

La situazione è di normalità anche ieri al situazione era normale, la città andava avanti. Ci sono stati tentativi di ingresso di uomini armati in alcuni edifici ma tutto introno non c’era alcun segno di scontro o di violenza. Direi che la situazione prosegue nella normalità. Più che altro i tentativi di ieri hanno avuto rilevanza mediatica perché si sta combattendo una guerra mediatica. C’è chi vuole accreditare un messaggio piuttosto che un altro, e cosi si rincorrono notizie che non hanno un riscontro concreto nei fatti. Continua a leggere



“In Libia l’Italia sta sbagliando”. Intervista ad Ali Qatrani, vice premier libico

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“I rappresentanti delle Nazioni Unite e l’Italia stanno commettendo un grave errore in Libia. Hanno cercato di raggiungere un accordo politico unitario senza tenere conto della parte orientale, la Cirenaica, mentre consentono agli islamisti di tornare al governo. Questo non lo accetteremo mai”. Ali Qatrani è il vice premier del Governo di unita’ nazionale libico sostenuto dall’Onu e dalla comunità internazionale guidato da Al Serraj, ma in realtà non ha messo da mesi piede a Tripoli. E’ il rappresentante della Cirenaica nel complesso mosaico su cui si regge l’esecutivo, ma è considerato un falco e l’uomo più vicino al generale (ora maresciallo) Haftar, il militare che a capo dell’ esercito nazionale libico con l’appoggio del Parlamento di Tobruk, vuole riunificare il paese e scacciare gli islamisti. Lo intervistiamo, tra eccezionali misure di sicurezza, a Roma dove ha incontrato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Continua a leggere



“Quanto è diventato difficile fare il peacekeeper”

andrea angeliAndrea Angeli, marchigiano, professione “peacekeeper” per le Nazioni Unite, negli ultimi 30 anni è stato in prima linea in tutti i paesi dove ci fosse una crisi in corso. Portavoce delle principali missioni internazionali, dalla Bosnia al Kosovo, dall’Iraq all’Afghanistan. Qui negli ultimi due anni è stato “political adviser” per la Nato. Prima è stato al fianco del sottosegretario agli esteri Staffan de Mistura per cercare di risolvere la complicata vicenda dei due marò. Dopo “Professione peacekeeper” (2005) e “Senza pace” (2011) esce in questi giorni il suo terzo libro, “Kabul – Roma, andata e ritorno (via Delhi)” (Rubettino editore 2016). Lo abbiamo incontrato e intervistato. Continua a leggere