“Vi porto in viaggio dove nessuno vi porterebbe”

L’Afghanistan, una delle mete proposte da Soviet Tours

Corea del Nord, Libia, Iraq, Siria: sono alcune delle località ad alto rischio dove nessuna agenzia di viaggio vi proporrebbe di andare in vacanza. Eppure sono alcune delle mete offerte dall’agenzia Soviet Tours per clienti pronti ad affrontare rischi ed avventura pur di vedere luoghi lontani dal turismo di massa.
Specializzata soprattutto nell’ex Unione Sovietica (c’è un viaggio “estremo” nella zona contaminata dalle radiazioni di Chernobyl, un tour negli ex gulag in Siberia), il catalogo proposto dall’agenzia offre anche mete remote, teatro di conflitti più o meno assopiti, come il Donbass in Ucraina, la Cecenia, l’Ossezia, la Libia e la Siria. La sede è a Belino ma il fondatore è un trentenne fotoreporter livornese, Gianluca Pardelli, che dopo aver fotografato i conflitti di mezzo mondo ha deciso di portarci i turisti.

Gianluca Pardelli

Quali sono le mete che proponete e quelle più gettonate?

La nostra agenzia è focalizzata prevalentemente sull’ex Unione Sovietica, all’interno del cui vasto territorio proponiamo praticamente ogni singola repubblica e regione: dalla Moldavia alla Calmucchia, dall’Ossezia al Turkmenistan, dalla Siberia alla Circassia. Oltre i confini russi, offriamo diverse mete in Europa dell’Est (soprattutto nella ex Yugoslavia) e una selezione di mete insolite in Asia, Africa e Medio Oriente, come, per esempio, il Sudan, l’Eritrea, il Pakistan, la Corea del Nord e la Siria. Le mete più gettonate restano, comunque, quelle post-sovietiche, in particolare la Cecenia e il Caucaso.

Quali sono le misure di sicurezza che adottate?

L’ex URSS è in genere estremamente sicura, molto più di alcune città europee come Parigi o Roma. Al di là di falsi stereotipi e degli echi di un tragico recente passato, anche luoghi come la Cecenia o l’Ossezia sono in verità sicuri per il turista. Non si registrano incidenti in questo senso. Purtroppo queste mete sono ingiustamente ancora circondate da un’aurea negativa che non corrisponde alla realtà del luogo. Diverso è il discorso per alcune nostre mete nel Medio Oriente come la Libia o la Siria. Aldilà di ovvie misure di sicurezza, quali la scorta, la parola d’ordine resta sempre: mantenere un profilo basso e mischiarsi il più possibile con l’ambiente umano circostante.

Cecenia, una delle mete dimenticate dal turismo

Avete mai avuto problemi seri? Non c’è troppo rischio?

No, mai. Le mete più a rischio, quali lo Yemen e l’Afghanistan, le abbiamo momentaneamente tolte dal nostro catalogo.

Avventurieri, curiosi in cerca di emozioni forti, incoscienti: chi sono i vostri clienti? E cosa cercano?

Ci sono due tipologie principali di clienti: persone realmente interessate, dal punto di vista storico e culturale, alle mete che proponiamo. E poi ci sono i viaggiatori eccentrici, alla continua ricerca di mete poco battute dal turismo di massa.

Quanto costa un tour ad alto rischio rispetto ad un viaggio normale?

Un tour in una zona a rischio ha, ovviamente, un costo maggiore rispetto a un viaggio in una zona sicura. Le quote variano da zona a zona, ma, in linea di massima, si può dire che a parità di durata un tour in una zona a rischio costa circa il doppio di un tour classico.

Un’immagine del Donbass in guerra

E’ eticamente accettabile visitare luoghi come Siria, Iraq, Donbass o Cecenia?

Non c’è nulla di non etico nel visitare i paesi in modo rispettoso e responsabile. Ci sono, infatti, diverse forme di turismo non etico – come ad esempio feste alcoliche a Maiorca o viaggi sessuali disgustosi nel Sudest asiatico – ma nessuno di loro rientra nel nostro spettro piuttosto conservatore di valori, pratiche e principi. Siamo convinti che il turismo responsabile rappresenti un potente strumento per stabilire uno scambio culturale imparziale tra la popolazione locale e i visitatori stranieri. Per la maggior parte delle donne, uomini e bambini che vivono in una zona di conflitto o sotto il giogo di un regime autoritario, l’incontro con un visitatore straniero rappresenta l’unica possibilità di scambio con qualcuno dal “mondo esterno”, mentre per il visitatore è un’occasione unica per comprendere un paese direttamente dai suoi abitanti.

Perché la scelta di aprire un’agenzia di viaggi per i luoghi pericolosi?

Soviet Tours non è un’agenzia di viaggi per luoghi a rischio. La stragrande maggioranza delle nostre destinazioni sono probabilmente più sicure di qualsiasi grande città del mondo occidentale. Nelle aree di conflitto come la Siria, la Libia, l’Afghanistan o l’Iraq le città e le regioni elencate nei nostri itinerari si trovano relativamente lontane dalla linea del fronte, quindi non si tratta di turismo di guerra. Non assecondiamo una mentalità voyeuristica. Non abbiamo alcun interesse a mostrare tragedie e distruzione. Anzi, quello che ci preme è riuscire a mostrare i lati più belli di paesi e regioni mal rappresentati dai media, sconosciuti dal pubblico e dimenticati dall’industria del turismo.

Per info sull’agenzia: www.soviettours.com
per info su Gianluca Pardelli: www.gianlucapardelli.com

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