I robot che uccidono dal cielo

Voi non vi accorgete di nulla, ma lì in alto nel cielo gli occhi di un robot seguono ogni vostra mossa. Ci sono persone che in ogni istante sanno di poter essere uccise. Basta che qualcuno che si trova dall’altra parte del pianeta dia l’ordine: “eliminare”. In pochi istanti dal cielo piombano razzi che distruggono ogni cosa attorno al bersaglio. Ormai accade tutti i giorni: i droni americani dal 2004 sorvegliano gran parte del mondo e in Afghanistan, Pakistan, Yemen e Somalia eliminano i loro obiettivi. In molti adesso si chiedono se tutto questo sia lecito.

I droni, veicoli senza pilota, si stanno ormai affermando come una delle armi indispensabili per gli eserciti moderni. Il nome in codice è UAV (Unmanned Aerial Veicholes), velivoli senza pilota umano. Restano in volo anche 24 ore di seguito. Permettono di riprendere in tempo reale con un dettaglio senza precedenti quello che accade sul campo e in certi casi, se armati, possono colpire e distruggere in modo spietato. Il tutto tenendo i piloti al sicuro all’interno di una base distante migliaia di chilometri. I primi, come sempre sono stati gli americani. Ora anche i cinesi stanno sperimentando i loro arerei senza pilota invisibili (dal suggestivo nome “spada lucente”) e persino gruppi paramilitari o formazioni terroristiche si stanno attrezzando.

Sempre più spesso i droni vengono utilizzati per la sorveglianza, dei confini, delle imbarcazioni di migranti, persino del traffico stradale o dei danni ambientali. Nei giorni scorsi l’Onu ha chiesto ai “falco” italiani di pattugliare i cieli del Congo per verificare il rispetto degli accordi di pace. Ma in altri casi i droni sono delle vere e proprie macchine per uccidere. I “predator” statunitensi sono armati di micidiali missili. A dare l’ordine di uccidere spesso sono uomini della Cia senza alcun regolare autorizzazione di legge e in molti casi si colpisce sulla base di quanto la vittima, a volte completamente sconosciuta, sta facendo (comportamenti sospetti) e si causano vittime tra chi gli sta vicino.
Lo scorso 22 ottobre due associazioni, Amnesty International e Human Rights Watch, hanno presentato un rapporto molto dettagliato in cui si accusa Washington di violazione del diritto internazionale e dei diritti umani.

Sotto esame 45 attacchi accertati avvenuti tra gennaio 2012 e agosto 2013 nel Nord Waziristan, la regione del Pakistan. Anche se secondo la versione ufficiale si trattava di “terroristi”, le ricerche di Amnesty International indicano che le vittime in molti casi non erano coinvolte in combattimenti né ponevano alcuna minaccia alla vita altrui.
Il diritto internazionale vieta le uccisioni arbitrarie e limita l’uso legittimo della forza letale a situazioni eccezionali. Nei conflitti armati, solo i combattenti e coloro che prendono direttamente parte alle ostilità possono essere colpiti. Al di fuori dei conflitti armati, la forza letale intenzionale è legittima solo quanto strettamente inevitabile al fine di proteggere contro un’imminente minaccia alla vita.

“Gli Stati Uniti sono in guerra con Al Qaeda e con i taliban, in risposta agli orribili attacchi dell’11 settembre” risponde Washington alle critiche. L’uso della forza secondo l’amministrazione americana è in accordo con il diritto all’autodifesa sancito dal diritto internazionale.
Il Segretario alla Difesa americano Chuck Hagel, oggi in Pakistan ha incontrato il premier Nawaz Sharif proprio per affrontare le crescenti tensioni tra i due paesi legate alle azioni dei droni. Presto molti paesi disporranno di droni armati e potranno uccidere chi vogliono dove vogliono. Sembra fantascienza, ma è realtà. Che ne pensate?