Sirte, la sfortunata città sempre in guerra

Il centro di Sirte

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Photo by Alfredo Macchi

La guerra torna a bussare alle porte di Sirte, la città libica a metà strada tra Tripoli e Bengasi, più volte contesa e ormai ridotta in macerie. Quando nell’ottobre 2011 sono entrato nel centro abitato al termine di settimane di assedio e poche ore dopo l’uccisione del Colonnello Gheddafi, che qui era nato e qui si era nascosto fino all’ultimo giorno, nelle strade c’erano decine di cadaveri e i palazzi erano in gran parte distrutti. Ho immaginato che sarebbe presto rinata, forse diventata un ridente centro turistico, e invece pochi mesi dopo è arrivato il Califfato Islamico e il suo triste destino prosegue ancora oggi.

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“In Libia l’Italia sta sbagliando”. Intervista ad Ali Qatrani, vice premier libico

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“I rappresentanti delle Nazioni Unite e l’Italia stanno commettendo un grave errore in Libia. Hanno cercato di raggiungere un accordo politico unitario senza tenere conto della parte orientale, la Cirenaica, mentre consentono agli islamisti di tornare al governo. Questo non lo accetteremo mai”. Ali Qatrani è il vice premier del Governo di unita’ nazionale libico sostenuto dall’Onu e dalla comunità internazionale guidato da Al Serraj, ma in realtà non ha messo da mesi piede a Tripoli. E’ il rappresentante della Cirenaica nel complesso mosaico su cui si regge l’esecutivo, ma è considerato un falco e l’uomo più vicino al generale (ora maresciallo) Haftar, il militare che a capo dell’ esercito nazionale libico con l’appoggio del Parlamento di Tobruk, vuole riunificare il paese e scacciare gli islamisti. Lo intervistiamo, tra eccezionali misure di sicurezza, a Roma dove ha incontrato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Continua a leggere