“La mia fuga tra gli spari dal sud Sudan”

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Il momento dell'evacuazione su un C130 militare


“Le sparatorie sembravano non finire mai. Poi c’erano esplosioni fortissime come quando un carro armato ha distrutto la casa del vice presidente”: ha vissuto momenti difficili Anna Sambo che si trovava a Juba, capitale del Sud Sudan, nel momento in cui è esplosa una nuova guerra tra diverse fazioni armate. Lei, come altri operatori umanitari italiani, sono stati evacuati in tutta fretta con un ponte aereo militare organizzato dall’Unità di crisi della Farnesina. Continua a leggere



Siria: “La finta strage del pane”

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“Ho visto una delle stragi del pane ad Halfaya, a sud di Aleppo. In realtà mi è sembrato tutto preparato, una messa in scena. I ribelli mettevano i pezzi di pane nelle pozze di sangue per fare le riprese televisive e dare la colpa al regime. Secondo me non c’era neppure stato un bombardamento aereo, ma una bomba piazzata all’interno della panetteria”. Ha pochi dubbi Danilo Calogiuri, fotografo leccese di 31 anni, che in Siria ha trascorso due mesi: quella che ha visto era una delle tante operazioni di disinformazione in atto nel paese in guerra. Ex militare dei “Combat Camera Team” dell’esercito italiano ora Danilo lavora per Whiroo photo. Le sue immagini sono state pubblicate da molti giornali, a cominciare dal New York Times. Continua a leggere



Un Angelo tra le macerie

“Tutte le case sono state distrutte. Qui abbiamo cominciato a dare cure mediche alle persone che hanno ferite ormai infette perché nessuno le cura. L’ospedale è completamente distrutto”. Angelo Rusconi ha 42 anni, è di Como ed è un logista ed esperto di potabilizzazione dell’acqua. Dal 2002 lavora per Medici Senza Frontiere. Ha svolto missioni praticamente in tutto il mondo, dall’Afghanistan alla Somalia, dalla Liberia al Niger, dal Pakistan all’Etiopia, dal Sudan ad Haiti. Ora è nelle Filippine devastate dall’Uragano Hayian. Questa è la sua testimonianza. Continua a leggere



Tra i bambini che spaccano le pietre

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Il duro lavoro, spesso con attrezzi rudimentali o a mani nudi


Nell’isola di Nosy Be, nord del Madagascar, decine di bambini vivono praticamente all’età della pietra assieme alle loro famiglie impegnate a scavare una montagna che sorge sopra il loro villaggio. Trascorrono tutto il giorno a trasportare massi e a ridurre le rocce in ghiaia a colpi di martello.
Raffaella Berto, 40 anni, psicoterapeuta di Busto Arsizio, è presidente di Kairos Onlus e dal 2008 lavora per strappare questi piccoli ad una vita di miseria e portarli a scuola.
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