La bufala del mercenario italiano in Ucraina


Nei giorni scorsi sono comparsi sul Web tantissimi articoli che prendevano spunto da un breve video apparso su Youtube. Nel filmato si vede un militare armato davanti ad un blindato bruciato in Ucraina che parla con due persone in lingua italiana. Subito sono fiorite mille teorie e titoli da scoop: “Mercenari italiani combattono in Ucraina!”, “Volontari fascisti arruolati da Kiev!” , “Servizi segreti italiani in campo”, ecc… Alcuni blog hanno elencato domande alle quali “qualcuno” doveva dare risposta: chi è l’italiano che combatte? le autorità di Roma ne sono informate? Chi sono gli altri due italiani che compaiono nel video? Se sono giornalisti, perché non si è visto da nessuna parte l’articolo o il servizio? Se sono agenti dei nostri servizi segreti che ci fanno lì? E così via.

A parte il fatto che sarebbe singolare che agenti dei servizi segreti si mettano a parlare in pubblico davanti ad una telecamera in una situazione come quella, ma la spiegazione è in realtà molto più semplice. Basterebbe fare – come ho fatto io – quello che tutti i giornalisti dovrebbero fare: verificare i fatti. Quando ho visto il video mi sono posto subito alcune domande: sarà davvero italiano il soldato? E chi sono i due che parlano con lui? Ho iniziato a fare ricerche e sono risalito ai due fotografi italiani che si trovavano sul fronte nei pressi di Sloviansk e compaiono nel video. Ne ho identificato uno (anzi, una perché si tratta di una fotografa) e l’ho contattata in Ucraina. Lei mi ha raccontato tutta la storia: avevano incontrato ad un posto di blocco il militare che appare nel video che è semplicemente un soldato dell’esercito inviato da Kiev. E’ ucraino e ha vissuto 12 anni in Italia. Per questo parla la nostra lingua. Mistero svelato, con un paio di telefonate e un’ora di lavoro giornalistico.

Qualcuno però ha ripreso con il telefonino la scena e ha voluto crearne un caso sulla Rete. Questa storia è esemplificativa di come a volte il materiale che compare sul Web e il “Citizen Journalism”, cioè le notizie e le immagini documentate da chiunque, sia sempre da prendere con le dovute cautele. Senza le necessarie verifiche (di chi fa per mestiere il giornalista) Internet è una miniera di bufale, falsi e manipolazioni. Soprattutto poi quando c’è di mezzo una guerra, come quella in corso nell’est Ucraina, la propaganda viene usata da entrambe le parti. I media russi e quelli occidentali raccontano i fatti in modo diametralmente opposto. Sta ai giornalisti raccontare i fatti dando conto di entrambe le versioni o cercare la verità andando sul posto. Dietro l’anonimato del Web invece spesso regna la disinformazione.