Le paure dei soldati

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Quando torno da una zona di guerra faccio molta fatica a raccontare a chi non c’è stato quello che si prova in quei posti. Le emozioni, la paura, la tensione, l’adrenalina, il pensiero che in ogni istante possa esplodere un ordigno sulla tua strada, che un cecchino ti sparì mentre cammini in un centro abitato, di venir rapito mentre dormi in un albergo sgangherato: sono tutte cose che ti restano dentro. Faccio fatica io a raccontare questi aspetti interiori, figuriamoci un soldato, che sta in prima linea e quasi sempre si trincea nella corazza della professionalità. Continua a leggere



Un Angelo tra le macerie

“Tutte le case sono state distrutte. Qui abbiamo cominciato a dare cure mediche alle persone che hanno ferite ormai infette perché nessuno le cura. L’ospedale è completamente distrutto”. Angelo Rusconi ha 42 anni, è di Como ed è un logista ed esperto di potabilizzazione dell’acqua. Dal 2002 lavora per Medici Senza Frontiere. Ha svolto missioni praticamente in tutto il mondo, dall’Afghanistan alla Somalia, dalla Liberia al Niger, dal Pakistan all’Etiopia, dal Sudan ad Haiti. Ora è nelle Filippine devastate dall’Uragano Hayian. Questa è la sua testimonianza. Continua a leggere



Il “lupo solitario” preso a Parigi

il volto del sospetto diffuso dalla polizia


Alla fine lo hanno trovato, in un auto mentre cercava di uccidersi, a nord di Parigi. Si chiama Abdelhakim Dekhar, ha 50 anni, ed è stato condannato a 4 anni di carcere nel 1998aveva fornito il fucile a due giovani rapinatori che nel 1994 uccisero 4 persone per le strade della Capitale. Ma non è stato facile trovarlo nonostante la polizia avesse la sua foto, il suo Dna, i filmati che lo ritraevano mentre entrava nella sede della tv BFM, minacciava gli impiegati con il fucile. E poi di quando entrava nella sede di Liberation e sparava ad un fotografo, Cesar 23 anni, quindi al quartiere degli affari della Defence, sparava davanti ad una banca, sequestrava un automobilista e poi svaniva nel nulla.
Una caccia all’uomo durata tre giorni. Continua a leggere



Il dramma dei 30 giornalisti spariti in Siria


Sono più di trenta attualmente i giornalisti “scomparsi” o “dispersi” in Siria e di questi una decina sono stranieri. Il conflitto siriano che è già stato tra i più sanguinosi della storia per i reporter e i fotografi con 45 morti (fonte Comitato internazionale per la protezione dei giornalisti), basti ricordare i nomi di Gilles Jacquier, Remi Ochlik, Mohamed al-Mesalma, Mika Yamamoto e Marie Colvin, vede anche un record senza precedenti di sequestri. I gruppi armati ormai fuori controllo spesso tengono prigionieri gli inviati internazionali per lunghi mesi prima di dare un segno che siano ancora in vita per trattare da un posizione di vantaggio psicologico. Continua a leggere



Tra i bambini che spaccano le pietre

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Il duro lavoro, spesso con attrezzi rudimentali o a mani nudi


Nell’isola di Nosy Be, nord del Madagascar, decine di bambini vivono praticamente all’età della pietra assieme alle loro famiglie impegnate a scavare una montagna che sorge sopra il loro villaggio. Trascorrono tutto il giorno a trasportare massi e a ridurre le rocce in ghiaia a colpi di martello.
Raffaella Berto, 40 anni, psicoterapeuta di Busto Arsizio, è presidente di Kairos Onlus e dal 2008 lavora per strappare questi piccoli ad una vita di miseria e portarli a scuola.
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Come uno tsunami, ma prevedibile

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Per non dimenticare: le foto che ho scattato dello Tsunami del 2004


Il super tifone Hayan che ha devastato le Filippine è stato da molti paragonato allo tsunami che il 26 dicembre 2004 sconvolse il sud est asiatico. Città sventrate, edifici spazzati via, alberi, pali della luce e detriti sparsi ovunque. Immagini che ricordano i giorni terribili di 9 anni fa quando Indonesia, Sri Lanka, India e tanti altri paesi vennero investiti dall’onda anomala più terrificante dell’ultimo secolo. Io andai tra quelle macerie per raccontare quanto era accaduto e vidi con i miei occhi una distruzione inimmaginabile: sembrava fosse esplosa una bomba atomica. Lungo tutta la costa non c’era più nulla. Solo macerie. Continua a leggere



Addio a Bala Baluk, il fortino del deserto

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La zona di Bala Baluk sorvolata da un elicottero da combattimento


Alla maggior parte delle persone il nome di Bala Baluk dirà poco o nulla. Sulle cartine dei militari italiani indica la sperduta località nell’ovest dell’Afghanistan dove sorge la Fob Tobruk, la base operativa avanzata più a sud del nostro contingente, il che significa quella più vicina alla zona dove scorazzano gli “insurgents”, il termine con cui in gergo militare vengono definiti i combattenti ostili, che siano talebani, contrabbandieri, trafficanti di droga o mercenari al servizio di qualche signorotto locale. Continua a leggere