“Qualcuno cerca di impedire la stabilizzazione della Libia”. Intervista al nostro ambasciatore a Tripoli

Tentato golpe, accuse all’Italia di occupazione militare, notizie e smentite dalla Libia nel caos. Abbiamo intervistato l’ambasciatore italiano Giuseppe Perrone rientrato a Tripoli da pochi giorni

Ambasciatore qual è oggi la situazione a Tripoli?

La situazione è di normalità anche ieri al situazione era normale, la città andava avanti. Ci sono stati tentativi di ingresso di uomini armati in alcuni edifici ma tutto introno non c’era alcun segno di scontro o di violenza. Direi che la situazione prosegue nella normalità. Più che altro i tentativi di ieri hanno avuto rilevanza mediatica perché si sta combattendo una guerra mediatica. C’è chi vuole accreditare un messaggio piuttosto che un altro, e cosi si rincorrono notizie che non hanno un riscontro concreto nei fatti.

Che lei sappia i ministeri sono stati liberati dagli uomini armati?

I ministeri nei quali lavora il governo legittimo riconosciuto dall’Onu e dalla risoluzione 2259 del consiglio di sicurezza continuano ad essere come prima nelle mani del consiglio presidenziale, del governo di accordo nazionale. Ci sono atti altri edifici secondari e in zona periferiche della città dove ci sono stati tentativi di ingresso da parte di uomini vicini al ex premier Gwell. In altri edifici già c’erano perche la situazione della sicurezza a Tripoli continua ad esser frammentata ma questo già lo sapevamo. La città non è interamente sotto il controllo delle forze fedeli al consiglio presidenziale ma ci sono anche gruppi contrari. La situazione non è cambiata.

Più che clima di tensione insomma un clima di confusione?

Lo stesso clima che va avanti da tempo. In tutto questo il governo legittimo sta cercando di rafforzare la proprio autorità a Tripoli e in altre parti del paese. Qualche giorno fa è stato approvato il bilancio 2017 evento molto importante perché ora il governo ha a disposizione strumenti per fare cose concrete a beneficio della popolazione. Anche questo non è estraneo agli eventi di ieri che hanno avuto soprattutto rilevanza mediatica, creando la sensazione di un tentativo di golpe con annunci e conferenze stampa ad hoc mentre sul terreno é successo ben poco.

Il governo di Torbruk accusa l’Italia sostenendo che la riapertura dell’ambasciata è un occupazione militare.

Non mi è chiaro come l’apertura di una sede diplomatica possa essere un occupazione militare. Il governo in Libia è uno ed è riconosciuto dalla comunità internazionale. E’ quello che risiede a Tripoli e questo non lo dico io, ma le risoluzioni dell’Onu e tutta la comunità internazionale. Noi non intratteniamo rapporti con altre entità perche la stessa risoluzione 2259 non permette agli stati membri di avere rapporti con istituzioni parallele.

Sempre il governo di Tobruk ha parlato di nave militare italiana che ha violato le acque territoriali libiche. Lei ci può dire qualcosa di più?

Non c’e’ nessuna nave militare entrata in acque senza il consenso delle autorità leggitime libiche. Si fa molta propaganda proprio per rispondere all’approvazione del bilancio e alla riapertura dell’ambasciata di un paese importante, tutti segnali di come si stia cercando di riportare la normalità e ridare ai cittadini libici una prospettiva di pace e serenità. Io su questo mi concentrerei non sulle polemiche sterili che non giovano a nessuno.

Quindi non c’è un clima anti italiano?

Il contrario. Io le posso dire che dal giorno del mio arrivo a Tripoli ho avuto solo testimonianze di apprezzamento e riconoscimento per la scelta non facile del governo italiano, perche l’Italia ha deciso di metterci la faccia e questo tutti lo riconoscono in Libia, almeno quelli che sono interessati ad una prospettiva di stabilizzazione e riconciliazione nazionale. Un ruolo che l’Italia ha deciso di svolgere anche in un momenti non facili, non quando il petrolio sgorga e ci sono gli affari, ma quando serve ai cittadini libici e questo è uno di quei momenti e l’Italia deve essere all’altezza delle sue responsabilità ed è quello che sta facendo.

Tra le tante notizie arrivate ieri si è parlato anche della presenza a Tripoli del capo dei servizi segreti italiani e di una sua fuga, come dell’intervento di forze speciali italiane nella base della marina dove risiede il premier Al Serraj.

Ripeto, faccio fatica a rincorrere le notizie risibili montate ad arte in questi giorni. Io queste poi le ritengo personalmente notizie davvero risibili.