Vedere sul proprio tablet le immagini in diretta trasmesse da un drone che sorvola la zona. Ricevere in tempo reale dal comando la mappa con la posizione delle forze nemiche. Inviare dalla propria telecamera sull’elmetto quello che ci si trova davanti agli occhi. I soldati impegnati sul campo stanno diventando sempre più “digitali” e interconnessi con il proprio comando. Anche quelli italiani. Nei giorni scorsi vicino a Lecce si è svolta una grande esercitazione interforze, nome in codice Joint Eagle, per testare le nuove tecnologie nel caso di una forza di reazione rapida sotto ambito Nato da schierare in una zona di crisi. E nell’occasione sono stati mostrati le nuove dotazioni in sperimentazione per i nostri militari.
Per due settimane, l’esercitazione interforze Joint Eagle 2014 ha visto impegnati a Lecce e Ferrara il Corpo d’ Armata di Reazione Rapida di Solbiate Olona (NATO Rapid Deployable Corps Italy -NRDC ITA) e il Joint Force Air Component (JFAC) dell’Aeronautica Militare.
Presso l’area addestrativa di Torre Veneri (LE) è stato costruito un centro di comando mobile. Qui sotto un grande tendone su uno schermo gigante gli operatori potevano seguireogni istante delle operazioni militari simulate.
E’ stato mostrato poi il nuovo veicolo tattico multiruolo prodotto dalla Iveco, il “buffalo” italiano, in dotazione alle squadre anti mine, super blindato e dotato di una telecamera periscopica in grado di riprendere a 360 gradi in alta definizione.
Tra i nuovi equipaggiamenti in fase di sperimentazione un elmetto con visore notturno e telecamera in grado di trasmettere in tempo reale la visione del soldato al suo comando e un giubetto con tablet incorporato interconnesso con la sala operazioni per poter vedere immagini, mappe e ogni altra informazione.
Il mondo sta cambiando e anche le missioni militari stanno mutando.
Pochi uomini altamente professionali e con strumenti tecnologici sempre più avanzati.Una sorta di war games come abbiamo visto in alcuni film di fantascienza. Ma con soldati addestrati a sapersela cavare anche se i collegamenti “saltano”.