Auguri ad un padre di cui non so il nome

Vorrei mandare i miei auguri per la festa del papà ad un padre di cui non conosco il nome. Lo ho fotografato lo scorso settembre, eravamo al confine tra Ungheria e Austria e lui è arrivato con il suo bimbo sulle spalle che dormiva stremato dopo ore di cammino sotto la pioggia e al freddo.

So solo che quest’uomo arrivava dalla Siria, e immagino che abbia deciso di affrontare un viaggio pericoloso lasciandosi alle spalle la sua casa, la sua comunità, i suoi amici, le sue sicurezze per affrontare una vita nuova soprattutto per suo figlio. Una decisione con una responsabilità enorme: il viaggio via terra e poi via mare dalla Siria alla Turchia e poi alla Grecia e via Macedonia fino in Ungheria è carico di pericoli e insidie. Quasi ogni giorno il mare Egeo strappa la vita a tanti bambini.

Quando dopo lunghi giorni di cammino, di notti all’addiaccio, di polizia brutale e di spietati trafficanti di uomini, quando è arrivato finalmente al confine austriaco e ha visto aprirsi le porte della strada verso l’Europa, questo padre ha sorriso, nonostante la fatica, la fame, il freddo. E quando i volontari gli hanno offerto vestiti, scarpe, coperte, lui ha preso solo dell’acqua e rifiutato ogni altra cosa. Ringraziando ha detto: “lasciate queste cose per gli altri che stanno arrivando dietro di me e che ne hanno più bisogno”.

Non so altro di questo padre. Spero sia una persona onesta, venuta per lavorare e mandare suo figlio a scuola. Spero che riesca a diventare un cittadino modello in questa Europa che certo non può accogliere, trovare lavoro e garantire lo stato sociale a tutti, ma che non può neppure voltarsi dall’altra parte e far finta di niente. A questo padre e al suo bambino auguro davvero di trovare un futuro migliore.

Una richiesta di aiuto dall’Etiopia

Emergenza siccità

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La siccità che sta colpendo l’Etiopia secondo l’Onu è la peggiore degli ultimi trenta anni. I raccolti sono andati perduti, migliaia di capi di bestiame deceduti e milioni di bambini sono a rischio. Roberto Rabattoni, verbanese, fondatore nel 1983 del Centro Aiuti per l’Etiopia, è in prima linea nelle zone più colpite. Continua a leggere

“La guerra sulla pelle”: le foto di Erik Messori in mostra a Belfast

Independent on my Skin

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Jimmy (46) - Belfast - La lotta delle donne nel carcere di Armagh, una rappresentazione della madre prima del carcere e poi di quanto fragile fosse quando fu rilasciata due anni dopo. In prigione due volte, ferito tre volte durante i disordini negli anni '90.

Per decenni la guerra tra IRA e militari britannici in Irlanda del Nord è stata sulle prime pagine dei giornali mondiali. Poi è arrivata una tregua, mai firmata, e non se ne parla più. Sotto la cenere però il fuoco indipendentista arde ancora e il fotografo italiano Erik Messori per due anni e mezzo è stato nei luoghi segreti dell’IRA tra i protagonisti di quelle pagine di storia e sangue per raccontarlo. Le sue straordinarie fotografie (dal titolo “Indipendence on the skin”) vengono esposte alla Red Barn Gallery di Belfast dal 4 febbraio al 23 aprile. Ne abbiamo parlato con l’autore Erik Messori, fotoreporter che lavora per le più importanti riviste internazionali, pluripremiato e tra i fondatori del collettivo CAPTA, nato da poco ma già emergente nel panorama fotografico italiano.
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“I cristiani resisteranno nonostante tutto”


“Il Medioriente come lo conoscevamo non esiste più e non so cosa ci sarà dopo. Certo bisognerà ricostruire la fiducia tra cristiani e musulmani e non sarà una cosa facile. Ma è necessario farlo”. Padre Pierbattista Pizzaballa è uno di quei frati che parla in modo semplice e che affronta incredibili difficoltà come se nulla fosse. E’ il Custode di Terra Santa, responsabile dei cristiani in Medioriente. Vive a Gerusalemme ma si sposta tra Iraq e Siria dovunque la guerra minacci fedeli, sacerdoti, chiese e monasteri.
“Ad Aleppo” – racconta – “cristiani e musulmani contano i morti ciascuno per conto proprio, secondo la fede di appartenenza. Questo dimostra che non c’è più fratellanza, che ogni rapporto è da ricostruire”. Lo incontro a Roma dove è venuto per parlare di quanto sta accadendo ad un affollatissimo incontro organizzato dalla fondazione Avsi e dalla rivista Oasis. Continua a leggere

Giornalisti a lezione di guerra

All’estero è quasi obbligatorio, in Italia sta cominciando a diventare una prassi: i giornalisti, i cameraman e i fotografi che vanno sui fronti di guerra devono essere adeguatamente preparati. E così dopo i corsi lanciati dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana assieme allo Stato Maggiore della Difesa, al Corso in memoria di Maria Grazia Cutuli, nascono stages e training camp destinati ai cronisti che vanno a raccontare quanto avviene al fronte con quale nozione sui rischi e la sicurezza. Da pochi giorni si è concluso ad Arvier (val d’Aosta) il primo War Reporting Training Camp. “Chi va in zone di guerra deve essere preparato” ci spiega cristiano Tinazzi, inviato su diversi fronti di guerra, uno dei fondatori dell’iniziativa. Continua a leggere

Il fotoracconto della marcia della speranza da Budapest a Vienna

La stazione

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La stazione di Budapest

Ecco le fotografie che ho scattato durante i giorni della marcia dei disperati dalla stazione di Budapest al confine austriaco.

Gli eroi del treno e il filo rosso con l’11 settembre

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Spencer, Alek, Anthony e Chris, i tre amici americani, due militari e uno studente, e il signore britannico loro vicino di posto, che hanno bloccato il terrorista che stava per compiere un massacro sul treno ad alta velocità Amsterdam Parigi sono degli eroi. Con la loro decisione di mettere a rischio la propria vita per cercare di immobilizzare l’uomo armato che avanzava nel vagone hanno salvato tutti gli altri passeggeri. Sono stati premiati con la “Legion d’onore” dal presidente francese Hollande, ma il loro gesto non è il primo e il loro esempio viene da lontano. Continua a leggere

I misteri delle stragi di Sousse e del Bardo

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Gli attentati di marzo al Museo Bardo (22 morti) di Tunisi e quello di giugno sulla spiaggia dell’hotel Riu Maharba di Sousse (38 vittime) sono collegati tra loro. Ne sono ormai certi gli investigatori britannici che assieme alla polizia tunisina stanno svolgendo le indagini. Non viene però rivelato il nesso tra le due stragi. Fin’ora oltre 150 persone sono state arrestate ma di queste solo una quindicina sembrano direttamente coinvolte nei due attentati.
Dopo aver visionato 370 fotografie e video ripresi durante l’assalto di Sousse e ascoltato 450 testimoni, la polizia britannica è arrivata ad alcune certezze su quanto accaduto, gli stessi elementi che diversi testimoni ci avevano riferito a Sousse subito dopo l’attentato. Continua a leggere

Per l’8 marzo le donne di Del Castillo

Dalla Luna al vento

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“Dalla luna al vento” (Tempesta Editore) è un libro dedicato alle donne con ritratti femminili realizzati in vari paesi del mondo da Luciano del Castillo, fotografo di guerra siciliano, partito dal Laboratorio d’Informazione Fotografica di Letizia Battaglia e ora nella redazione Immagini della agenzia ANSA. Ecco la sua intervista. Continua a leggere

Le prime immagini degli italiani in Iraq

Guerriglieri curdi a lezione dagli istruttori italiani

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Il campo è fatto di tende, per ora una dozzina, nei pressi di Erbil, la capitale del Kurdistan Iracheno. La missione è quella decisa dal governo nell’ambito della coalizione internazionale per contrastare l’avanzata dell’ISIS. I compiti dei soldati italiani in Iraq per ora sono di sorvolo aereo e addestramento delle forze di sicurezza curde. Siamo andati a vedere come e poi in prima linea con i Peshmerga.  Continua a leggere